Manifesto
Abbiamo idee, questo è un fatto. E ci innamoriamo di queste idee. Abbiamo ideali, questo è un altro fatto. Più complicato, perché devi confrontarti col giudizio altrui. Ci schieriamo, siamo di parte, terzo fatto. Ancora più complicato.
Se unisci i puntini, vedi come aver scelto la strada della gioielleria artigianale sia stato coerente con ciò che siamo. Perché c’è l’idea (creativa), c’è l’ideale (l’impegno per la sostenibilità), c’è lo schierarsi (per un futuro migliore del presente). Crediamo nella bellezza, come sostanza e forma, e crediamo nella responsabilità, come rispetto per l’ambiente in cui viviamo e le generazioni che lo abiteranno. Quando ci dicono che “tanto non possiamo farci niente” ci indigniamo, perché se cammini più di quanto usi la macchina hai già fatto qualcosa. Quando scegli un oggetto, non per il suo costo, ma per il suo valore, hai già fatto qualcosa.
Pig’OH non è soltanto una linea di gioielli: è un’idea che nasce da un ideale, perché Pig’OH si schiera, senza la paura del giudizio. Indossare Pig’OH significa anche un po’ schierarsi con noi, e pazienza se non piaceremo a tutti, piaceremo a chi piace a noi, alle persone con cui confrontarci, con cui crescere, con cui “fare qualcosa”. Crediamo che un mondo migliore di questo sia possibile, crediamo che cercare un materiale di riuso, non usare sostanze nocive per l’ambiente, selezionare fornitori e rivenditori che abbiano la nostra stessa cura, renda il mondo un po’ migliore.
Poi la bellezza farà il suo dovere, e anche questo aiuta il mondo. Qui non servono compromessi. Prendere o lasciare.
Certo, non vuol dire essere d’accordo su ogni cosa: prima di dare forma alle nostre idee, noi due ce ne diciamo di tutti i colori, ci scontriamo prima di confrontarci. Perché l’ideale è uno, ma le idee possono essere tante, spesso differenti. E ci piace così. Ci piace che nei nostri gioielli le persone ritrovino tutto questo, ritrovino noi, ma, ancora di più, i nostri ideali. Ci hanno detto “non schieratevi apertamente, perdete mercato”. È possibile, certo.
Ma guadagneremo in qualità, e alla fine il conto è sempre dalla nostra. Quanto vale un’amicizia nata da un gioiello? Quanto vale il riconoscimento di un designer? E non è il solito discorso che i soldi non sono tutto. Perché noi abbiamo un’attività, ci viviamo coi nostri gioielli, i soldi servono, purché non sia l’unica cosa che conta.
Perché esiste l’etica di un commercio sostenibile, in grado di generare benessere diffuso, non unidirezionale. E ci sono le tante piccole attenzioni che ti fanno dire, a fine giornata, “qualcosa di buono l’ho fatto”. L’attenzione a usare una confezione naturale che, sì è vero costa di più, ma ci fa stare meglio. Quanto vale la serenità? L’attenzione nel rigenerare qualcosa che era già stato creato, che aveva già fatto il suo corso, che era destinato a diventare niente.
E invece torna qualcosa: qualcosa di bello, di responsabile.
Noi ci schieriamo ogni giorno, e anche questo costruisce la nostra felicità.
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